Parola del giorno: nicego ne podelaesh

Eccoci qua. Finalmente, dopo due mesi di lotte con grande burocrazia di Madre Patria Russia, comprensivi di viaggio a Roma il giorno prima della partenza per raccattare i famigerati passaporti con visto, siamo arrivati anche noi a Mosca. Per quanto riguarda il volo, seguite il consiglio dello zio Fabio e ripassatevi tutte le espressioni idiomatiche della Dobro, perché quando una simpatica hostess vi verserà una tazza di tè addosso, un nicego ne podelaesh vi tirerà fuori da qualsiasi equivoco. L’accoglienza è stata assai calorosa: una fila di 2 ore  per il controllo passaporti e un autista dalla guida sportiva che ci ha fatto rischiare almeno 2 incidenti mortali nel giro delle 4 ore successive all’atterraggio. Appena arrivati si è palesata la famosa dezhurnaja, da guardare con rispetto e riverenza: attenzione, in ogni momento potreste trovarvela dietro le spalle, come un uccellaccio del malaugurio che vi ricorda che “non c’è niente da ridere”, porgendovi una lista piena di divieti e obbligandovi a firmare moduli del 1764. Ma non vogliamo rivelarvi troppo su questa figura mitologica che dovrete imparare a conoscere da soli. L’incontro con le camere è stato anche peggio di quello con la mitica dezhu, ma non vi vogliamo rovinare la sorpresa delle camere super-accessoriate con decorazioni melmose e carte da parati di svariati colori e forme. In aggiunta agli accessori c’è l’opzione falso coinquilino giapponese, che dopo 5 giorni si rivelerà essere cinese. Costui vi aiuterà a fare il letto e parlerà sempre e solo in russo con voi! Potete chiamarlo Kotaro, Hamtaro, Naruto, come volete, tanto il suo vero nome non lo capirete mai!

Così si è concluso il nostro primo giorno moscovita. Andiamo a dormire pieni di aspettative e di buoni propositi (fra cui citiamo quello di Fabio, che ha imparato a dominare l’appetito, anche se in modo fittizio!).

Fabio Alekseevic, Lenocka, Zar’ja, Katenka, Natasha, Pamja, Lizaveta i Julja

Una Risposta to “Parola del giorno: nicego ne podelaesh”

  1. Motja Says:

    Ah ah, lo sapevo io che la dobrovolskaja alla fine sarebbe servita a qualcosa!!! 🙂 Grande Fabio! 🙂

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